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Olio toscano: tutto quello che c’è da sapere

Olio toscano: tutto quello che c’è da sapere

Olio toscano: tutto quello che c’è da sapere

La dolce campagna toscana, caratterizzata da prati, vigneti e borghi che emergono tra le colline in tutto il loro splendore, oltre ad essere un incanto per la vista, offre le condizioni ideali per la coltivazione degli ulivi e per la produzione di olio extra vergine di oliva, una delle tante eccellenze gastronomiche della regione.


Olio Extravergine toscano: tutte le varietà

Con più di 400 frantoi, la Toscana è tra le sei regioni italiane che incidono maggiormente sulla produzione nazionale di olio. Un bel traguardo, soprattutto se si pensa che l’Italia è la seconda nazione al mondo, dopo la Spagna, per produzione. Le cultivar toscane più importanti sono tre: il leccino, il frantoio e il moraiolo. Il Leccino è forse l’olio extravergine toscano per antonomasia. Una pianta resistente e con una buona resa da cui si ottiene un olio di ottima qualità, apprezzato in Patria e all’estero per il suo equilibrio, per la sua tendenza al dolce e per la sua innata freschezza che lo rendono adatto ad accompagnare senza sovrastare anche i sapori più delicati. Per le sue caratteristiche si presta inoltre alla preparazione di ricette dedicate ai più piccoli. Chi desidera invece un olio toscano dal sapore più deciso apprezzerà senza dubbio il Frantoio, caratterizzato da un sapore amarognolo e speziato che si adatta perfettamente a sapori decisi, come quello della grigliata di carne. Il Moraiolo infine, cultivar tipico non solo della Toscana ma di tutta la zona dell’Italia centrale, dove trova nei paesaggi collinari il terreno perfetto per la sua coltivazione, è un olio dalla tendenza all’amaro, con note di carciofo, mandorla e pepe. Perfetto per esaltare uno dei piatti toscani per eccellenza: la ribollita.


David Boca (Unsplash)
 

L’olio toscano IGP, un certificato di eccellenza

Per salvaguardare l’autenticità dell’olio toscano, a partire dal 1998 è stato istituito un consorzio ed è stata regolamentata la produzione attraverso dei rigidi disciplinari: l’olio toscano IGP viene prodotto interamente entro i confini regionali, dall’oliveto all’imbottigliamento, ed è facilmente riconoscibile dal collarino posto su ogni bottiglia e riportante il marchio IGP. Questo garantisce un prodotto genuino, dall’origine controllata in cui si possono apprezzare le note olfattive e sensoriali che contraddistinguono la produzione di queste zone. La dicitura IGP può essere accompagnata da maggiori informazioni riguardanti la zona di produzione, andando di fatto a istituire delle sottovarietà con caratteristiche ben precise. Tra queste spiccano l’olio toscano IGP di Montalbano, prodotto tra Firenze e Pistoia, dal colore intenso e dal gusto piccantino, l’olio IGP delle Colline Lucchesi, che si contraddistingue per l’odore marcato e il sapore fortemente fruttato, e l’olio IGP Colline della Lunigiana, dove il microclima conferisce un particolare retrogusto piccante alla produzione.


Roberta Sorge (Unsplash)
 

L’olio biologico, tra tradizione e innovazione

Nella vasta produzione toscana trovano spazio infine delle aziende che scelgono di optare per soluzioni biologiche e biodinamiche, guardando da un lato alla tradizione centennale e dall’altro alla sperimentazione di tecniche innovative che garantiscono risultati eccellenti rispettando al contempo la natura e i suoi ritmi secolari. Tra le aziende produttrici di olio biologico troviamo la tenuta di Valgiano (link), fiore all’occhiello della produzione lucchese fin dagli anni ’90 e caratterizzata da una rigida aderenza ai dettami biodinamici e la tenuta Maria Teresa (link), che nello splendido scenario delle colline lucchesi produce olio toscano con certificazione biologica ICEA.


Nazar Hrabovyi (Unsplash)